Bruce Nauman in mostra all’hangar Bicocca di Milano
La recente mostra di Bruce Nauman (1941) a Milano si intitola Neons Corridors Rooms ed è possibile vederla all’Hangar Bicocca di Milano fino al 26 febbraio 2023. L’esposizione non è soltanto da vedere, ma richiede anche la partecipazione fisica del visitatore. Tradotto: l’autore costruisce dei corridoi illuminati con diverse luci che sono, appunto, percorribili. Questi hanno diverse lunghezze, la loro larghezza è variabile e possono richiedere un certo impegno del visitatore, soprattutto se si soffre di claustrofobia. Nonostante il coinvolgimento, a volte arduo, c’è la fila per esplorare i suoi spazi di colore.
Dream Passage with Four Corridors del (1984)
È la prima opera della mostra milanese. Il lavoro è costituito da 4 bracci, di cui 2 percorribili. Il primo corridoio è di colore giallo e lo si percorre arrivando fino dov’è possibile, ovvero all’incrocio dei due bracci, dove sono posizionati 2 tavoli e 2 sedie perterra e sul soffitto. Il secondo corridoio, invece, è di colore rosso e porta alla stessa stanza centrale. Percorrendo il corridoio si intravede qualcosa di familiare (tavolo e sedia) e di disturbante allo stesso tempo, per via della sensazione “sottosopra” (tavolo e sedia fissati al soffitto). L’artista, inoltre, pone una certa distanza tra il visitatore e gli oggetti posti al centro, ovvero non ci si può avvicinare più di tanto né al tavolo né alla sedia e questo si percepisce subito perché emerge la curiosità e il desiderio di andare oltre, di provare a sedersi o di continuare il proprio percorso andando dritti o girando l’angolo.
Bruce Nauman, “Dream Passage with Four Corridors”, 1984
bbbbbbrrrrrruuuuuuuuuuucccccceeeeee (1968)
6 volte la “b” e la “r”, 11 volte la “u”, e 6 volte la “c” e la “e”. L’artista usa il proprio nome come un’estensione grafica di sé e lo trasforma in un ritmo segnico ben preciso: la “u” ripetuta maggiormente rispetto le altre lettere sembra quasi abbassare e arrotondare un nome proprio scritto tutto in minuscolo. Il titolo tradotto “Il mio nome come se fosse scritto sulla superficie della luna” giustifica la luce blu affine a una visione comune dello spazio. In un primo momento quasi non si fa caso che la scritta sia effettivamente il suo nome, l’analisi iniziale comprende una linea che ha delle forme ripetuta. La riflessione successiva è quella di decifrarla, ma rimane qualcosa di fortemente straniante, le lettere sono ora parte dell’ambito artistico non più linguistico.
One Hundred Live and Die (1984)
L’opera indaga la vita attraverso delle brevi frasi che hanno in comune i verbi “live” (vivere) e “die” (morire). Le parole, sono sempre veicolate dal neon che le illumina una a una fino a renderle tutte colorate in una volta sola. Un muro, dunque, di lettere luminose che riflettono la vita e, quindi, anche la morte. Cogliere tutti i termini un unico sguardo è impossibile, come anche avere un’unica definizione della vita, di natura eterogea.
Bruce Nauman, “One Hundred Live and Die”, 1984
Cosa vedere
BRUCE NAUMAN Neons Corridors Rooms
Quando
15 settembre 2022 – 26 febbraio 2023
Dove
Pirelli Hangar Bicocca, Via Chiese, 2, Milano
Curiosità
Questa mostra non dispone le opere in ordine cronologico ed è stata organizzata da 3 musei: Tate Modern (7 ottobre 2020 – 21 febbraio 2021), Stedelijk Museum di Amsterdam (5 giugno – 24 ottobre 2021) e dall’Hangar Bicocca. A cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí con Andrea Lissoni, Nicholas Serota, Leontine Coelewij, Martijn van Nieuwenhuyzen e Katy Wan.